Femminile plurale: la letteratura italiana tra identitá e confini geografici.

  1. Duraccio, Caterina
Dirigida per:
  1. Mercedes Arriaga Flórez Director/a
  2. Daniele Cerrato Director/a
  3. Eva María Moreno Lago Directora

Universitat de defensa: Universidad de Sevilla

Fecha de defensa: 06 de d’abril de 2019

Tribunal:
  1. Milagro Martín Clavijo President/a
  2. María Katjia Torres Calzada Secretari/ària
  3. Juan Aguilar González Vocal
  4. Diana Del Mastro Vocal
  5. Leonor Sáez Méndez Vocal

Tipus: Tesi

Teseo: 586413 DIALNET lock_openIdus editor

Resum

A partire dagli anni '90 del Novecento in Italia si sviluppa un nuovo tipo di letteratura prodotta da autori e autrici stranieri, migranti o provenienti dalle ex colonie italiane in Africa. La comune periodizzazione di quella che `stata definita "Letteratura della migrazione" si situa nel 1990 con la pubblicazione di due romanzi: Immigrato di Salah Methani e Io, venditore di elefanti di Pap Khouma. Il centro nevralgico di queste narrazioni sta nello sguardo che gli stranieri hanno verso l'Italia e gli italiani, proponendo una nuova prospettiva ibrida e meticcia. La letteratura della migrazione `uno spazio aperto dove confluiscono i molti autori e le molte autrici che, pur non essendo nativi, scrivono e producono testi letterari in lingua italiana. Le ricerca si centra esclusivamente sulle scrittrici, ponendo al centro della questione un soggetto migrante, subalterno e sessualizzato. Attraverso l'analisi dei testi di Fernanda Farias de Albuquerque e Christiana de Caldas Brito le donne migranti riscoprono la potenza delle loro voci e restituiscono un nuovo sguardo verso la società, la cultura e il popolo italiano.